E luccio sia!

Ieri mattina, l’obbiettivo era solo quello di stare in mezzo alla natura, con un amico e conoscere un posto nuovo, ma a mezzo dì son rientrato a casa con un sorriso a trentadue denti!

Sveglia alle 7.00 per capire come buttava il meteo, visto il periodo di pioggia costante dopo un’estate di siccità. A primo sguardo sempra che sarà una giornata accettabile, ma un lacuna nella mia attrezzatura, mi turba; non trovo le tronchesi, vero che dovrei acquistare quelle nuove, più lunghe e quindi con misura più adatta all’uso di pesca al luccio, ma piuttosto che non averle, vanno bene anche quelle corte. Non me la sento di pescare senza le tronchesi, quindi prendo in prestito le tenaglie di mio suocero.

Aggiornamento rapido con Rothwulf per l’orario di partenza, okay per le 8.00 con destinazione Isola Morosini. Perchè proprio ad Isola? semplice perchè ne ho sempre sentito parlare, ma non ci sono mai stato e considerato che il mio compagno di avventura, conosce la strada ed i vari punti da dove pescare, non vedo l’ora di vedere un posto nuovo, anche con l’obbiettivo di trovare un punto da dove calare e far risalire il kayak, considerto che tutti quelli che mi han parlato di quello spot ne parlano come di un posto piuttosto infrascato, difficile da pescare da riva a spinning, praticamente impossibile a mosca, e l’unica alternativa è da dentro.

Arriviamo a Isola, il posto a pelle mi piace, è come l’ho visto in alcuni video su youtube, ma soprattutto è confermata la sensazione di un posto ostico dove pescare da riva, quindi decido che almeno in questo frangente, farò solo da assistente al guadino 😉 mentre il mio amico pesca, e frutto l’occasione per studiare ben bene la zona. Rothwulf ce la mette tutta, ma il pesce non collabora, intanto la giornata volge al bello, e dopo aver scovato un punto ideale per calare e salpare il kayak, si decide di cambiare spot.

Ci spostiamo in una zona che in passato aveva regalato qualche cattura interessante, soprattutto a spinning, mentre è piuttosto complicata per la mosca, anche se non impossibile. Decido di rompere gli indugi e di montare l’attrezzatura e tentare di insediare qualche esocide, setting della giornata considerato sia il canale che le temperature: shooting head intermedia, terminale da intermedia e Flashtail whistler bianco e rosso. L’acqua è limpida e si vede chiaramente fondo ed erbe, nonchè la presenza di pesce foraggio quali scardolette. Dopo alcuni lanci test, per riprendere mano con la canna e l’attrezzatura “pesante” comincio a cercare di fare dei lanci su target precisi con dei recuperi abbastanza vari. Non vedo inseguimenti per parecchi quarti d’ora, fino a quando un luccetto, forse lungo il doppio dell’esca non prova a testare i miei riflessi e la mia emotività, seguendo la mosca con interesse, ma non riesco a far partire l’attacco e mi ritrovo a dover alzare l’esca dall’acqua che oramai è arrivata sotto i miei piedi.

La curiosità del pesce era momentanea, nonostante i miei sforzi non riesco a stimolarlo ulteriormente, ma nemmeno Rothwulf che nel frattempo mi ha raggiunto, e prova a tentare il piccolo esocide variando esca e recupero, ma a parte qualche sparuto inseguimento, non riesce a generare un vero e proprio attacco.

Decidiamo di cambiare di nuovo, sta volta tentiamo di “vincere facile”! Destinazione un canale che già in passato ci ha regalato catture e divertimento, dove ho salpato il mio primo luccio in assoluto ed anche il primo a mosca. Rispetto al passato in cui si andava in autunno avanzato, ieri le sponde erano cariche di vegetazione, come i canneti che complicano l’accesso e l’azione di pesca ed in acqua le erbe erano ancora molte facendo incagliare non poco le esche durante i recuperi, generando false sensazioni. Primi lanci infruttuosi; lentamente si scende il corso del canale, si esce dalla zona dei canneti, e quindi si semplifica la dinamica dei lanci, ora riesco ad essere più preciso ed anche i recuperi risultano più gestibili. Dopo vari lanci a  favore di braccio dominante, ovvero con la mia spalla destra verso il canale, la sequenza a raggiera mi costringe a dover usare un lancio rovesciato, con la canna che carica la coda sopra la spalla sinistra. Inizio il recupero, mi fermo, anche, per raccogliere meglio la coda nel cestino, così da evitare che si ingrovigli ulteriormente con la vegetazione. Riprendo il recupero, ma la mosca non si muove, ho preso sicuramente dell’erba, poi sento un peso, tendo la canna il peso non si sposta, avvolgo la coda sul mulinello, ed ecco che la sensazione diventa certezza, PESCE IN CANNA!!!

Inizia la lotta, ma non voglio prolungarla troppo, non voglio che il pesce accumuli acido lattico, lo tiro sotto riva, tecnica dell’opercolo, ecco che guardo la mia preda negli occhi, le fauci spalancate mi permettono di vedere nitidamente l’esca, bella piantata in fondo, CAVOLO, questa non ci voleva, poi noto che la punta dell’amo è fuoriuscita e si trova nella guancia, beh mi va di lusso, tronchesi e via… Magari fosse così semplice, prima di tutto è proprio a contatto con la pelle della guancia e poi le tenaglie non tagliano, secondo tentativo e finalmente riesco a tagliare l’amo, pinze a becco lungo e l’esca è fuori, Rothwulf dall’altra sponda mi chiama per la foto di rito, ma oramai la cattura è già nuovamente in acqua, e come provo a risalparlo, si divincola e riacquista la libertà, lo saluto e ringrazio, mentre si allontana verso la sua tana, per il divertimento regalatomi.

Ora tocca al mio compare che a spinning deve stuzzicare qualche altro esocide, cosa che avviene poco dopo, un bell’esemplare viene tentato da un cucchiaio modificato con una gomma in coda, ma l’amo singolo senza ardiglione, non riesce a far presa nel palato del predatore. Rothwulf cambia esca, passa ad un minnow con ancoretta, il predatore è affamato e non disdegna un ulteriore attacco, dall’alto dell’altra sponda è bellissimo godersi lo spettacolo del luccio che esce dalla tana e si avventa sull’esca è soprattutto molto educativo, che mi permette di vedere, dal vero in presa diretta, il comporamento dell’esocide, che dopo aver chiuso le fausi attorno all’esca, rimane improvvisamente fermo immobile, come se stesse cercando di capire che sapore abbia quanto appena catturato. Rothwulf comincia a recuperare, inizia le lotta, che si conclude con la slamatura della preda a meno di 20 cm dalla bocca del guadino, probabilmente non era giornata per una bella foto ricordo. 🙂

Oramai la mattinata è arrivata al suo epigolo naturale, suona mezzogiorno, ed è ora di lasciare in pace in nostri amici pesci che anche oggi ci hanno fatto divertire e tornare alle nostre dimore per il giusto desinare.

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