Se confronto l’anno che si sta chiudendo con le stagioni dell’ultimo decennio, da quando pesco esclusivamente a mosca, ne esce un’annata avara di soddisfazioni, dal punto di vista delle catture.
C’è da dire, che il tempo utile da dedicare a questa passione, non è stato molto. Alcuni fattori, inoltre, ne hanno condizionato la fruizione, come un meteo poco accomodante e più spesso la stanchezza, soprattutto mentale, del lavorare a turno sotto pressione costate per la pandemia in atto.
Facendo “la tara” e non guardando ai soli numeri, la situazione risulta, invece, sicuramente meno cupa.
Personalmente, ritengo, che il vero piacere della pesca non sia la cattura, ma lo stare fuori dal mondo, godendosi la natura, i suoi silenzi o i suoi suoni. Alcuni potrebbero obbiettare che questa può essere una bella scusa per giustificare un’annata senza aver allamato nemmeno un pesce, ma ripensando alle varie uscite, il ricordo che ne serbo, in mente, risulta piacevole e rilassante.
La mancanza di prede all’amo, è figlia di una mia incapacità di riusce a leggere il fiume in quel determinato momento. Nei fiumi e canali che ho girato, di code ne ho viste, alcuni esemplari, a cui quelle pinne appartenevano, erano dei signori pesci, o meglio delle signore trote, per meglio dire.
Non si raggiungono misure ragguardevoli, mangiando il primo insetto o larva che passa dinnanzi al muso… e quelle “signore” sono state piuttosto schizzinose o guardinghe. Nelle migliori delle ipotesi salivano a dare un’occhiata, nelle peggiori, si allontanavano quasi stizzite.
Chi pratica la pesca a mosca secca, sa quanto sia importante non solo la scelta dell’imitazione giusta, ma anche la sua presentazione, oltre che la fase del lancio e del recupero della coda. Quasi fosse una sinfonia, tutto deve avvenire in armonia. La scarsa pratica, hanno reso i lanci poco precisi, la posa incerta, la lettura degli insetti presenti approssimativa, ed il recupero ruvido. Non c’è da stupirsi che le catture non siano arrivate, soprattutto se l’acqua ove la tua preda nuota è trasparente come quella di fonte.
Non ero solo in questa débâcle. Assieme ad amici, molto più esperti e capaci del sottoscritto, ci siamo trovati ad assaporare l’amaro calice della sconfitta e dell’impotenza davanti a delle bollate franche che si spegnavano al passare delle nostre esche, per poi riprendere, quasi ad irriderci, qualche minuto più tardi.
Passato “le coup du soir”, sconfitti e con le pive nel sacco, l’unica cosa saggia da fare era una birra in compagnia per leccarsi le ferite, cercando di capire gli errori commessi e quali soluzioni eventualmente adottare.
Il 2021, avrebbe dovuto essere anche l’ultimo anno, con le attuali regole di pesca.
“… L’articolo 23 della legge regionale 1 dicembre 2017, n. 42 (Disposizioni regionali per la gestione delle risorse ittiche nelle acque interne) ha previsto una nuova disciplina della pesca sportiva nelle acque interne regionali…”
“…L’individuazione delle nuove regole è affidata ad un regolamento di esecuzione, in assenza del quale, a norma dell’art. 50 comma 11 della stessa legge regionale 42/2017 si è sinora applicata la normativa preesistente continuando ad approvare di anno in anno il Calendario di pesca sportiva…”
“…L’ETPI, considerata l’importanza che il nuovo regolamento riveste per i circa 12.000 pesca sportivi regionali, ha determinato di avviare un processo di partecipazione pubblica per la definizione dei contenuti del nuovo regolamento, consentendo a chiunque interessato di potersi esprimere a riguardo, entro il 31 agosto 2021, anche proponendo nuove disposizioni o suggerendo una diversa modulazione di quelle già esistenti …”
Le proposte, per quanto ne so da fonti attendibili, sono state numerose ed al fine di valutarle al meglio con l’obbiettivo di accoglierle ed armonizzarle con le normative vigenti a livello nazionale ed europee, l’Ente per la Tutela del Patrimonio Ittico ha prorogato di un altro anno il regolamento fin qui in vigore.
A risentire maggiormente di questa ennesima strana annata, sono i progetti paralleli attualmente in cantiere, come l’analisi degli episodi di Sampei, la traduzione della storia della pesca a mosca e l’aggiornamento ed il completamento degli “Appunti sulla pesca a mosca del luccio e degli altri predatori d’acqua dolce e salata”. Sono progetti ambiziosi, che necessitano di tempo e dedizione, al fine di pubblicare qualcosa che valga la fatica necessaria, per proporre dei contenuti fruibili e possibilmente utili. Raffazzonare il tutto per renderlo disponibile in tempi stretti, non avrebbe senso.
Vedremo se il nuovo anno, porterà ritmi lavorativi più sostenibili, permettendo o meno evoluzioni e passi avanti nella loro stesura.